23 aprile 2012

Parlare del vino sfuso 1

      Sempre più spesso gli italiani scelgono di acquistare del vino sfuso, anche di ottima qualità, dal proprio rivenditore di fiducia, destinandosi la fase dell’imbottigliamento del vino a casa propria.
Sebbene il vino sia la bevanda più salutare ed igienica in assoluto, non possiamo sottovalutare il fatto che, per preservare le caratteristiche fisiologiche ed organolettiche del vino è necessario assumere una serie di accortezze che preservano il prodotto dal deterioramento.

     Il vino uscito dalla cantina ha subito esami chimici accurati e reiterati allo scopo di controllarne alcuni aspetti: dall’acidità totale, all’anidirde solforosa, alle quantità di rame, ferro, proteine e, soprattutto, batteri. Anche i lieviti, utilizzati per esempio per i vini spumante, sono causa di dequalificazione se rimangono in bottiglia a lungo.
A casa il nostro compito è di iniziare bene la seconda fase di vita del vino: dall’imbottigliamento al consumo. Se l’operazione di integrazione di anidride solforosa e il filtraggio sono troppo complessi, travasare il vino durante la fase di affinamento invece è un’operazione alla portata di chiunque.

     Innanzitutto dobbiamo fare attenzione alla scelta della bottiglia e del tappo. Un tappo pulito ed igienico riduce o elimina il rischio di contaminazione del vino. Il tradizionale tappo di sughero resta ancora oggi forse la scelta migliore per imbottigliare il vino. Specialmente se abbiamo a che fare con del rosso da invecchiamento. Un tappo monoblocco, di alta qualità e costo, assicurerà una vita più lunga al vino in bottiglia. I tappi sintetici possono andar bene per imbottigliare i vini bianchi o comunque i vini giovani. La lunghezza di un tappo medio non deve essere mai inferiore ai 4/5 cm.
L’ultima frontiera dei tappi è quella del tappo in vetro, o bouchon. Questo è costituito da un anello in materiale plastico adagiato su di un corpo in vetro. L’elemento plastico chiuderà ermeticamente il vino. Questo tappo, ideale per i vini giovani e non d invecchiamento, assicura sempre igiene e praticità, con un occhio alla salvaguardia del sughero. Eppure, ha qualche controindicazione. Le misure sono specifiche, per cui occorre acquistare bottiglie adatte. Inoltre, alcuni tappi in vetro di cattiva qualità non aderiscono bene al collo della bottiglia lasciando un varco al vino se incliniamo la bottiglia.
Per quello che riguarda la scelta della bottiglia, invece, bisogna stare attenti a due fattori. Intanto, la forma esprime e identifica un particolare tipo di vino. Ma più importante è sapere che la forma ha anche dei compiti purificatori. Una bottiglia dalla spalla larga assicura un mantenimento ai depositi tipici dei vini a lunga maturazione. Anche il colore verde o marrone scuro aiutano il vino a rimanere lontano dalle contaminazioni della luce. Prima dei travasi è bene assicurarsi della massima igiene delle bottiglie. Occorre pertanto lavarle con cura e la stessa cautela deve essere usata per sifoni, imbuti, caraffe e tutto il materiale utilizzato per l’imbottigliamento del vino. Evitare inoltre di appoggiar ei tappi e la tappatrice su ripiani o in contenitori sporchi, anche dal punto di vista invisibile: quello dei batteri.
Non lasciare mai più di un cm d’aria tra il vino e il fondo del tappo. Come si sa, l’ossigeno, in grandi quantità, è nemico del vino, in quanto lo ossida. Oltre la tappo, per concludere l’imbottigliamento vino si potrebbe effettuare anche l’incapsulazione, idonea ad isolare il collo della bottiglia e il tappo stesso.

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